I ’Rio Sacro’ sono un duo principalmente strumentale nato dall’incontro fra Edoardo Commodi e Norberto Becchetti, chitarristi e compositori dalle differenti esperienze musicali, ma uniti dalla comune passione nei confronti di tutta la musica che vuole evocare spazi e contesti. Il nome è preso dalla valle del ‘Rio Sacro’, luogo realmente esistente dell’Appennino centrale, che in questo caso viene interpretato come simbolo di un percorso individuale e collettivo, come l’acqua di un ruscello di montagna che incede adattandosi alla morfologia del terreno per andare ad unirsi ad altri affluenti. Infatti i ‘Rio Sacro’ sono di base un duo, ma tutto è pensato per essere anche un laboratorio aperto ad altri musicisti, sia per quanto riguarda le cose in studio, che per l’attività live.

A fine 2020 vengono pubblicate tre brani sotto forma di Live Session, realizzate alla Pepita Studio di Gualdo Tadino nell’Agosto dello stesso anno. Materiale disponibile su YouTube che vede la presenza di Giulio Catarinelli al basso e Jacopo Baldinelli alla batteria.A Febbraio 2021 la band firma il contratto con l’etichetta discografica ‘Alter Erebus Press&Label’, tramite la quale verrà pubblicato il primo disco di composizioni inedite dal titolo omonimo, registrato alla ‘Pepita Studio’ e prodotto da Edoardo Commodi, Norberto Becchetti e Giulio Catarinelli. Un lavoro discografico di composizioni dal gusto cinematico con un chiaro impianto melodico, affiancato a sonorità exotic/mediterranea.


Ho incontrato Edoardo Commodi e Norberto Becchetti, che formano la band Rio Sacro, musicisti dall’esperienza ventennale che hanno da poco avviato questo nuovo progetto di musica strumentale. E’ stata una chiacchierata bella ed interessante e ne é uscita l’intervista che segue.

Iniziamo parlando un po’ di voi e della vostra storia, come e quando vi siete incontrati? diteci anche del nome, ‘Rio Sacro’ è molto forte e particolare, c’è un motivo per cui lo avete scelto?

Ci siamo conosciuti nel 2003, ci ha presentati un amico comune, ma ognuno aveva la sua cricca di amici per suonare. Ultimamente, servendoci entrambi nella stessa liuteria (Liuteria Garage Made), capitava spesso di incontrarsi, così che una sera ci siamo visti nello studio di registrazione di Edoardo, la Pepita Studio a Gualdo Tadino, e da lì ci siamo ritrovati e abbiamo iniziato a suonare.

Per quanto riguarda il nome ‘Rio Sacro’, c’è da dire che è un luogo esistente, si tratta di una stretta valle di montagna dove scorre un fiume dalla quale prende il nome, la valle del Rio Sacro. Proprio questo nome che sembra preso da un film western, ci è sembrato appropriato, perché il nostro modo di fare musica vuole essere esattamente come quel luogo; evocativo, mistico e fuori dal tempo. Un ‘Rio’ che sia ‘Sacro’ affinchè possano affluirci le anime affini, per ritrovarsi e condividere un sentire collettivo.

Questo piccolo “Rio” che percorso sta intraprendendo? quali atmosfere e quali sonorità state esplorando?

Abbiamo molti ascolti in comune, ma tutto nasce dalla condivisa passione per le colonne sonore e per la musica che evochi scenari e sensazioni anche senza l’ausilio delle parole. Scriviamo ed eseguiamo partendo dalle chitarre, di solito una di esse disegna un tema melodico, spesso utilizzando la tecnica dello slide, mentre l’altra crea contrappunti e trame armoniche. Le nostre composizioni possono essere considerate vere e proprie canzoni strumentali, dove la melodia vuole essere protagonista, ma cerchiamo anche di valorizzare la spazialità e la rarefazione delle atmosfere.

Crocevia

Come è nata la collaborazione con la Alter Erebus Press&Label?

Avendo sempre a disposizione uno studio di registrazione, La Pepita Studio, si è potuto lavorare su alcune pre-produzioni di buona qualità, ed oltre a queste sono state realizzate delle sessioni live di tre brani avvalendoci di Giulio Catarinelli al basso e Jacopo Bandinelli alla batteria.

 Questo materiale ha incuriosito Nicholas Ciuferri, il quale ci ha fatto la proposta di entrare a far parte di ’Alter Erebus Press&Label’, una realtà nata come casa editrice che da poco è diventata anche etichetta discografica, avvalendosi della collaborazione di Davide Combusti (in arte The Niro) che si occupa dell’area musicale, la quale già comprendeva realtà come ‘I racconti delle Nebbie’ e Maledetti Cantautori’. Al momento siamo in fase di registrazione del nostro primo disco, lavoro prodotto alla Pepita Studio che sarà pubblicato da Alter Erebus. Siamo molto grati ed entusiasti di questa attenzione e fiducia nei nostri confronti.

Dunque ci sono possibilità in Italia anche facendo una musica di nicchia?

Dipende da quello che si intende con “possibilità”. Dal momento in cui l’offerta di musica è nettamente superiore alla domanda, è impensabile proporsi e pretendere l’attenzione che si pensa di meritare. Sono cose che bisogna guadagnarsi con il lavoro costante, dando agli ascoltatori che si ha la fortuna di incontrare un buon motivo per seguirti e sostenerti, e comunque, anche facendo tutte le cose per bene, è estremamente difficile ritagliarsi uno spazio. Siamo coscienti di questo, ma sappiamo anche che la nostra proposta si rivolge prevalentemente ad un pubblico consapevole che sappia selezionare in base ai propri gusti e ami andare ai concerti.

Ciò che possiamo fare è anche contribuire con la nostra musica alla sonorizzazione di immagini, a Maggio infatti registreremo la colonna sonora per il Docufilm della regista e attrice Eleonora Cecconi dal titolo ‘L’ennesimo compleanno’. Questa è una tipologia di lavoro che ci preme di riuscire a fare con continuità, ma ovviamente si confida soprattutto sul ritorno definitivo dei concerti, che sono l’esperienza più importante per chi fa musica e per chi ama viverla, sperando che il pubblico nel frattempo non si sia dimenticato di quanto sia bello andarci.

Credete che il supporto fisico possa resistere ora che tutta la musica viene fruita tramite streaming?

Il CD è praticamente morto, mentre il vinile credo resisterà, ma è ovviamente cosa per pochi amatori o per collezionisti. Certo, l’oggetto è meraviglioso, ed è bello poterlo toccare e ascoltare, è un tipo di ascolto rituale che ci piace molto, ma crediamo che ormai si debba accettare il fatto che la musica sia diventata da tempo una cosa di gratuita fruizione. Chi acquista un vinile non lo fa tanto per ascoltare i brani che contiene o per la bontà dell’audio, ma per tutto il contorno e per l’iconicità dell’oggetto, infatti molti li appendono al muro senza farli mai girare. Poi c’è anche chi li acquista perchè sceglie di fare una sorta di gesto politico nel riconoscere il lavoro del musicista che ha scritto la musica, e premiare in questo modo tutti i processi professionali che vi sono dietro. Ad oggi pubblicare la propria musica sulle piattaforme digitali è diventato imprescindibile, ma essendo grandi sostenitori del supporto fisico stiamo valutando la possibilità di stampare una tiratura limitata del nostro disco di esordio in vinile.

Che musica gira nel vostro stereo? Quali artisti vi hanno colpito in questo periodo?

Edoardo Commodi: Ultimamente ho ascoltato molto Bill Frisell, che ha un gran tocco di chitarra, l’ultimo disco di Dylan, ‘Rough & Rowdy Ways’ che mi è stato regalato in vinile, appunto. Mi piace il pop cinematico di Lana Del Rey, mentre di cose italiane ho ascoltato il 45 giri di Roberto Villa, ‘L’etere’, un bel lavoro uscito da pochissimo che rielabora un sound stile colonne sonore prodotte da RCA negli anni 60.

Norberto Becchetti: Sono cresciuto con Beatles, Bob Dylan, Tom Petty e molta musica cantautorale anglofona in generale, anche se da diversi anni ascolto tanto Jazz, principalmente Miles Davis, Wes Montgomery e ultimamente Julian Lage. Un paio di anni fa ho scoperto la musica strumentale dei Sacri Cuori e di Antonio Gramentieri tramite Edoardo, e da allora dischi come ‘Rosario’ e ‘Don Antonio’ sono diventati per me dei compagni di viaggio fissi.

Dal vivo riprodurrete fedelmente ciò che sarà nel disco, oppure pensate di modificare o integrare la scaletta in base alle esigenze?

Siamo della scuola che considera il live un’entità a se rispetto alle registrazione in studio, l’idea è di proporre gli arrangiamenti in maniera abbastanza fedele, ma tenendoci sempre una via di fuga sull’interpretazione. Può succedere che in alcuni luoghi, magari nei piccoli live club o spazi culturali, si possa andare solo noi due, con arrangiamenti studiati a due chitarre, mentre negli spazi in cui sarà possibile, proporsi in formazioni più allargate. Sicuramente proveremo a diversificare, in modo da rendere ogni concerto un esperienza unica, e non una cosa meccanica da riproporre uguale ogni volta.

Grazie di questa bella chiacchierata, potete dire a chi legge dove può seguirvi, e in bocca al lupo per tutto!

Grazie a voi per questo spazio, al momento stiamo condensando tutta la comunicazione virtuale su Facebook e Instagram, poi in futuro vedremo se avremo voglia di ampliare il ventaglio anche negli altri social, un caldo abbraccio a tutti, vi aspettiamo sia on che soprattutto offline, siate affluenti del Rio!!

Danilo Bazzucchi