Nata e cresciuta in Puglia, nella cittadina di Putignano (BA), vive ormai da parecchi anni a Berlino.


La sua prima lezione di pianoforte la fa a 6 anni, poi si diploma al conservatorio di Monopoli. Partecipa a 2 concorsi nazionali per giovani pianisti classici presso il concorso “Premio Civera”. Fonda la sua prima blues band a 20 anni. Contemporaneamente scopre il jazz e prende lezioni di piano Jazz da Mario Rosini. Da quel momento in poi la sua musica sarà legata al genere brasiliano, così come a quella dei grandi compositori italiani come Ennio Morricone, Luigi Tenco, Piero Piccioni. Ha all’attivo un bagaglio di 2 album da band leader, “Miriam Netti” 2007 e “La BOSSA” 2016, e 1 da guest vocalist in “the Art of Jazz” in uscita il prossimo 6 agosto 2021.

La copertina del tuo album “The Art of Jazz” l’hai disegnata tu, è la prima volta che ti capita di farlo?

Si. Ma è un disegno che ho fatto precedentemente, e non aveva nessuna pretesa di diventare una copertina musicale.

Racconti che questo album nasce casualmente in un giorno, in un contesto dove tu eri stata chiamata per cantare solo due brani per un produttore danese. Ci racconta come è andata?

Lo scorso inverno Anders Mogensen, batterista danese, mi ha invitato a prendere parte del suo nuovo disco. Inizialmente si parlava di un paio di brani, standard del jazz, all’interno di una sessione di registrazione di pezzi strumentali da farsi tutti nell’arco di un giorno, in studio. Cominciammo proprio con i pezzi vocali, registrando massimo due tracce per pezzo. Finimmo il lavoro in poco tempo, a quel punto Anders e la band mi chiesero se mi andava l’idea di buttare giù una set list di altri brani. Io ero molto contenta di poter prolungare quello stato di ebbrezza in cui mi trovavo, grazie al fatto di poter suonare con musicisti di quel livello, e così registrammo altri 7 pezzi a cavallo tra quelli strumentali. Le registrazione vocali erano diventate 9 e praticamente un album tutto vocale era completato. A fine registrazione, e prima di salutarsi Anders mi chiese di pensare ad un titolo per l’album e se mi piacesse l’idea di usare uno dei miei disegni per la copertina. Mi sembrò un’ottima soluzione, che soprattutto mi aiutava a trovare il nesso tra la cover e il titolo dell’album: “the Art of Jazz”. Così ho voluto un po’ giocare con la parola “Art” con cui di solito si indica l’arte figurativa che ispira la cover e l’arte “musicale” di “fare“ il jazz . 

Art of Jazz

Hai iniziato con le tue prime lezioni a 6 anni, come ti sei avvicinata alla musica, è stata una tua scelta o magari già c’era qualche artista in casa?

Ho cominciato a suonare il pianoforte all’età di 6 anni, e in famiglia non c’era nessun musicista professionista o artista che mi ha spinto a farlo. E’ stata una mia scelta.

Ha vent’anni hai la sua prima blues band, ma allo stesso tempo scopri il jazz, cos’è che ti ha spinta verso questo genere musicale? Come è considerato il Jazz in Germania, un genere di nicchia come in Italia o ha un pubblico più vasto?

Se passi, come me, da una formazione strumentale classica, di matrice europea, al blues, il salto verso il jazz è direi scontato. Certamente ho subito il fascino delle armonie del jazz, oltre che ai ritmi “sincopati” o “spezzati“ se mi posso permettere di usare una parola facile per descriverlo. Il jazz è senz’altro considerato un genere di nicchia anche in Germania, ma da parte delle istituzioni, gli enti statali e non, che si occupano di divulgare la cultura e l’arte, viene promosso e divulgato senz’altro molto, così anche un genere musicale di nicchia come il jazz con i suoi nuovi artisti e/o progetti sperimentali possono richiamare l‘attenzione di molti e raggiungere un pubblico più vasto.

Non ami parlare della tua vita privata, ma vorrei chiederti come mai hai deciso di trasferirti a Berlino. E’ stata una tua scelta di vita o magari un lavoro nuovo o qualcos’altro?

Andare a vivere a Berlino è stata una scelta di vita, prima che di lavoro, unita alla voglia giovanile di evadere e alla curiosità di conoscere. 

Ad agosto esce il tuo ultimo album, “The Art of Jazz”, che se non sbaglio è il terzo, ci parli di come è nato, quanto tempo hai impiegato per prepararlo e soprattutto come lo presenteresti ai tuoi fans.

The “Art of Jazz“ é il mio primo album di solo Standard del jazz, ed essendo stato registrato in circa 3 ore è anche il mio primo album da recording artist. L’album è in uscita il prossimo 6 Agosto ma si possono già ascoltare i primi tre singoli su tutte le piattaforme e gli shop digitali. Il link per ascoltare l’ultimo singolo è: https://miriamnetti.lnk.to/you?fbclid=IwAR1VFGFktaiIi6A0eUT-q9OizVw0C09aquu74qNyqjSSw7IZ7wCysU6rPVg.

Domanda finale, i tuoi progetti attuali immagino siano la presentazione del tuo nuovo album. Quali sono i tuoi progetti futuri? E un sogno che vorresti che si realizzasse?

A settembre inciderò il mio quarto disco: sarà un “La Bossa” vol. II. Il mio sogno nel cassetto, è senz’altro quello di incidere un disco con Jim Beard e la Metropolitan Orchestra diretta da Vince Mendoza.

Danilo Bazzucchi