La cantante romana, con trascorsi umbri, ci parla del suo ultimo album “Into My Garden” uscito i primi giorni del 2023. Cresciuta artisticamente a New York, musicista, cantante, compositrice e autrice di testi, artista singolare, eclettica, dalla personalità unica con incredibili doti vocali, capace di spaziare tra i più diversi generi musicali. Varie edizioni dei “Jazzit Awards” la consacrano come una delle migliori cantanti Jazz italiane, i suoi brani originali esprimono con sapienza il suo amore anche per il rock, il free, il pop, l’elettronica, la musica popolare brasiliana e la musica d’autore italiana.


Più o meno due anni fa, eravamo nel 2020, usciva l’album Collection. Dicesti che per te rappresentava la conclusione di un ciclo, dei tuoi primi 20 anni di carriera. “Into the Garden”, l’ottavo album uscito il 6 gennaio, che rappresenta?

“Into My Garden” é davvero un nuovo inizio musicale, i vent’anni racchiusi in “Collection” sono stati anni di estremo dinamismo, di grandi viaggi, anni passati negli Stati Uniti sperimentando tanti generi musicali, poi il ritorno in Italia e il disco dedicato a Mina. Quindi tanti umori musicali diversi propri di un’età giovane in continua evoluzione. “Into My Garden” invece é un disco diverso, introspettivo, più rivolto verso l’intimo, credo che questa cosa si rifletta anche nella musica. Ovviamente avendo un trascorso di grande dinamismo, anche queste canzoni sono comunque il riflesso delle tante esperienze musicali ma dal punto di vista della scrittura ho cercato una maggiore continuità narrativa.

Greta Panettieri

E’ un periodo molto impegnativo per te, ma ricco di soddisfazioni. Un nuovo album, un libro, la radio ogni domenica insieme a Fiorenza Gherardi de Candei e la cattedra di Canto al Conservatorio Tchaikovsky di Nocera Terinese (CZ). Poi tieni anche, ormai da due anni, un Master di Alta Formazione presso l’Università Iulm di Milano. Andiamo per ordine dell’album abbiamo parlato, parliamo del libro, che é il secondo dopo “Viaggio in Jazz”, e si intitola: “La voce nel Pop e nel Jazz – Guida discografica a cento canzoni imperdibili” 

Il primo libro era una sorta Grafic Novel dedicata alla mia vita e soprattutto ai miei anni a New York e al mio ritorno in Italia. “La voce nel Pop e nel Jazz, guida discografica a cento canzoni imperdibili” é un saggio di oltre 500 pagine, collegato se vuoi alla Iulm di Milano. Ero stata contattata dal Professor Luca Cerchiari per fare un concerto dedicato a Mina proprio alla Iulm per marzo 2020, come tutti sappiamo é arrivato il Covid e si é fermato tutto, ma la collaborazione con il Professore è invece iniziata. Incuriosito dalla mia esperienza anche in campo discografico infatti il Professore mi ha invitato a partecipare ad alcune sue lezioni come relatrice e da lì é nata l’idea di scrivere questo libro, il professor Cerchiari cura una collana di musica contemporanea per la casa editrice Mimesis, ed ha individuato in me la persona che potesse scrivere questo testo. Un testo molto impegnativo sulla Popular Music, che si riferisce ad un preciso momento storico della canzone americana, da cui il jazz ha attinto gran parte del suo repertorio. Gli Standard sono canzoni così chiamate proprio perché sono state incise centinaia se non migliaia di volte da artisti diversi di jazz, pop, country, bossanova, etc…un esempio: Summertime la celeberrima aria dei fratelli Gershwin, che é stata cantata in tantissimi modi dall’operistico fino al rock and roll. Ho selezionato cento canzoni, ho fatto una ricerca dettagliata con un’analisi storica musicale, testuale e contestuale e per ognuna ho poi fatto un’analisi vocale in ambito pop e in ambito jazz. Quindi é un testo adatto a studenti universitari e di conservatorio ma anche pensato per tutti gli appassionati di musica e di vocalità. E’ stato un lavoro per me epico a cui ho dedicato non meno di 8 ore al giorno per 14 mesi.

E del programma radio “G Pills” a Radio Elettrica, con Fiorenza Gherardi che mi dici? Siete già alla II° stagione.

Si, siamo già alla seconda stagione e ti dico che é un’autentica gioia fare questo programma insieme a Fiorenza. Erano già diversi anni che sognavamo un programma tutto nostro e alla fine ci siamo riuscite. Tu ci conosci entrambe e sai che siamo proprio due formichine operaie instancabili lavoratrici in campo musicale. Avevamo talmente tante cose da raccontare e da far ascoltare, che abbiamo pensato di creare questo programma, un po’ particolare, pensando proprio di condividere con gli ascoltatori il nostro modo di vivere con e per la musica. A quanto pare la cosa è piaciuta e stiamo avendo tanti riscontri positivi. Per noi è una grande gioia, ci divertiamo tantissimo a fare questo programma insieme, e peraltro è un’occasione per rimanere sempre sul pezzo attenti alle novità e quel che cambia nel nostro settore, speriamo vada sempre meglio e sempre in crescita.

A 20 anni sei partita e sei andata in America, ti saresti dovuta fermare per un periodo, dopo aver vinto una borsa di studio e invece ci sei rimasta 11 anni. Credo che per te sia stato un passaggio molto formativo per la tua carriera. Consiglieresti ad un giovane musicista, con la tua stessa età di allora, di fare altrettanto o comunque di fare un’esperienza fuori dall’Italia sia per studiare o suonare?

Assolutamente si!! La mia é stata un’esperienza incredibile, a vent’anni sono partita, da sola, per New York, quando ancora non c’era internet nelle tasche e la possibilità di essere sempre connessi; io telefonavo a casa una volta alla settimana dal telefono pubblico, o inviavo delle mail dalla Public Library che forniva un quarto d’ora al giorno di computer (con connessione). Ogni persona che lasciavi entrare nella tua vita era un’esperienza a tutto tondo, poteva essere un rischio o un’opportunità, e per farti ascoltare dovevi uscire di casa e trovare un posto dove cantare live e quello è stato per me molto formativo. Naturalmente, per fare un’esperienza fuori di casa, non è che si debba necessariamente andare in America, a New York, oggi il mondo è cambiato e anche la Grande Mela è cambiata, può essere qualsiasi altra città o posto dove ci si può sentire a proprio agio e stare bene, l’importante è non avere paura di partire.

Raccontaci adesso della cattedra in canto Jazz a Nocera Terinese (CZ). Per te é la prima esperienza come docente al Conservatorio? E come mai questa scelta?

In realtà è stata una serie di coincidenze, tanti amici musicisti hanno fatto negli ultimi anni questa esperienza così, dopo un concerto insieme al grande Max Ionata, che devo continuare a ringraziare, lo stesso Max ha iniziato a parlarmi di questa possibilità, dicendo: “Provaci…ci devi provare”. Finché una notte mi ha inviato un link, scrivendo: “Guarda è appena uscito questo bando, fallo!!” Mi sono iscritta, senza grandi aspettative, invece sono entrata in una graduatoria da cui il Conservatorio di Nocera Terinese ha attinto e con mia grande sorpresa sono stata chiamata. Ho deciso di accettare questa nuova sfida e ne sono veramente felice, insegnare mi è sempre piaciuto e poterlo fare in un percorso di alta formazione è molto appagante. Questo é il primo anno, ho trovato un bellissimo dipartimento con ottimi colleghi, un bell’ambiente e poi la Calabria é splendida e adesso che arriva la primavera sarà ancora più bella.

E dell’incarico all’Università Iulm a Milano?

Ancora una volta devo ringraziare il Professor Luca Cerchiari, un vulcano di idee e iniziative, che mi ha invitato un po’ per i miei trascorsi newyorchesi e anche per la mia esperienza discografica dato che sono anche produttrice per i miei album. Avendo una mia etichetta indipendente ho esperienza non solo come cantante ma anche di come si gestisce la situazione all’interno di uno studio discografico e come si crea un progetto discografico. Quindi il Professor Cerchiari mi ha invitato a partecipare come docente esterna ai Master Iulm sull’ Editoria e la Produzione Discografica nel 2021 e nel 2022. Per il momento ho fatto queste due edizioni del master Master di alta formazione dove in una classe ci sono, tanto per dire, anche aspiranti giornalisti che dunque devono essere in grado di capire i vari meccanismi che compongono un progetto discografico. Poter contribuire alla formazione di questi ragazzi é stata un’esperienza bellissima e formativa anche per me.

Il mondo della musica é molto cambiato con l’avvento della rete. Tu sei stata legata a grandi Major discografiche, dopodiché hai iniziato un percorso musicale indipendente, tuo. Oggi ci sono tante etichette discografiche indipendenti, realtà anche piccolissime che però non hanno la forza per imporsi. Come consiglieresti di muoversi ad un giovane artista che vuol fare il suo primo brano o album.

Innanzitutto dipende dal genere musicale in cui l’artista si muove, però ormai é imprescindibile avere una presenza social e mediatica importante, io mi ritengo fortunata perché riesco a gestire tutta la questione produttiva in maniera indipendente, Andrea il mio compagno é anche il mio produttore e abbiamo uno studio di registrazione in casa. Un giovane ha sicuramente bisogno di appoggiarsi ad un produttore oppure avere una sua band. Importante é riuscire suonare dal vivo il più possibile, fare esperienza e avere un’immagine accattivante, prodursi un singolo con un visual che funzioni, oggigiorno é una delle cose più importanti, ma senza mai perdere la propria autenticità. Soprattutto oggi che siamo costantemente inondati di prodotti, per un cantautore è importante esporre e puntare sulla propria unicità.

Prima di chiudere ti vorrei chiedere quali sono i tuoi progetti futuri, oltre naturalmente la promozione di “Into My Garden”, appena uscito.

Tu sei un telepatico, perché sai benissimo che qui bisogna darsi continuamente da fare. Non riusciamo a goderci l’uscita di un disco, che già siamo al lavoro per preparare il prossimo, ma dato che é un progetto top secret non ti posso svelare ancora niente. Posso solamente dirti che siamo al lavoro su un grande progetto, un’idea un po’ folle che c’è venuta, ma che spero dovremmo realizzare in tempi brevi e quindi te ne parlerò molto volentieri, al momento opportuno.

Danilo Bazzucchi