Nato a Cattolica, ma residente a Gradara (PU), i primi approcci alla chitarra elettrica di Luca furono totalmente casuali, all’età di 14 anni, ma la passione e il percorso sempre più stimolante lo hanno portato a scegliere la musica come professione. Nel dicembre 2013 vince l’Afro e Panama Guitar Competition, concorso on-line tenuto da Rabea Massaad (Jamtrackcentral Artist, Toska e Dorje). Nel 2015 si diploma, con il massimo dei voti, al Modern Music Institute di Riccione.

Chitarrista turnista sul palco e in studio di registrazione con numerose collaborazioni, una tra queste con il cantautore Giuseppe Novelli con cui calca il palco dell‘Ariston di Sanremo per la finale di Sanremo Rock nelle edizioni del 2020 e del 2021. L’esperienza maturata lo porta fino a Los Angeles, al Winter Namm assieme a Dophix, famosa e apprezzata azienda di pedali artigianali fiorentina. L’EP, prodotto da Gianluca Morelli, è stato realizzato presso il Deck Lab di Rimini e il Photophonica Studio di Riccione, i musicisti che hanno affiancato Luca Arduini in questo suo racconto musicale sono Rodolfo Valdifiori al basso e Pako Montuori alla batteria, oltre ad alcuni prestigiosi ospiti come Andrea Guerrini alle trombe, Osvaldo Lo Iacono alla chitarra e Roger Beaujolais al vibrafono.

Un debutto discografico che nasce dall’esigenza di mettere al proprio servizio il suo essere artista, partendo dagli aspetti più intimi e personali mettendo in musica ricordi ed emozioni. “Voce del Verbo Raccontare“, “Nuove Tradizioni“, “La Pioggia di Honfleur” e “Carillon del Castello” i quattro brani strumentali che raccontano il mondo musicale di Luca che parte dal rock e approda al blues e al jazz.

Quattro pezzi suonati magistralmente dal chitarrista romagnolo, che personalmente mi riportano alla mente le colonne sonore dei film fine anni sessanta, musiche che caratterizzavano periodi a volte scanzonati e leggeri altri più impegnati, con l’inizio della politicizzazione della vita di tutti i giorni.

La grafica che è stata affidata alle mani esperte di Lorenzo Anzini in arte Loreprod che ha saputo sapientemente interpretare le vibrazioni sonore del disco. “Voce del verbo Raccontare” è stato presentato in due anteprime live, realizzate al Guitar Show di Padova ed al Namm di Los Angeles. L’EP é disponibile su tutte le piattaforme digitali a partire dai primi di luglio 2022.

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NAMM Show Los Angeles

Come è stata la tua esperienza al Namm di Los Angeles?

Sono andato in America per conto della Dophix, un’azienda con sede a Firenze che produce pedali artigianali per chitarre. Sono stato ospite nello spazio espositore di Iyon & Healy Corporation, che è il distributore americano del brand fiorentino, e lì ho avuto la possibilità di esibirmi presentando i prodotti (pedali) dell’azienda, ma soprattutto ho potuto presentare il mio primo EP al pubblico americano, riscuotendo un ottimo successo.

Abbiamo chiesto a Luca di parlarci e di raccontarci la genesi dei quattro brani che compongono l’EP:

  1. Voce del verbo raccontare

“E’ il primo brano che mi abbia davvero spinto a produrre qualcosa di mio. Il tema appunto è venuto fuori in un momento in cui avevo tante incertezze e il calore che mi esprimeva quella volta ancora mi convince, mi rimane in testa. Un po’ come quando ti viene raccontata una storia con il lieto fine e ogni tanto ti risalta in mente volentieri. O ancora più importante, quando un grande dubbio che hai da sempre si risolve. Voce del verbo raccontare è questo, il racconto di tanti brani scritti negli anni e poi buttati. Il passaggio tra il momento “esercizietto/compitino” al trovare per la prima volta le note giuste per raccontare qualcosa di me”.

  • Carillon del Castello

“La canzone l’ho scritta e musicata in un pomeriggio di quelli dove non hai voglia di fare niente e pensi che la giornata ormai sia sprecata. Tra uno studio fatto male e qualche lezione saltata, guardavo il vuoto e buttavo la mano sulla tastiera della chitarra. Per caso mi capita di metter lo sguardo su questo vecchio carillon che mi donarono dei parenti tantissimi anni fa. Al che mi venne il desiderio di provare a suonare un tema, quasi una ninna nanna. Una serie di note dal sapore leggero che si discostavano da quel momento grigio. Volevo appunto trovare un altri colori con cui pitturare la giornata e una cosa che mi ha insegnato questo brano è che quando vuoi fare una cosa non ci devi pensare troppo, falla. Da quella scintilla la mano andava e l’unica cosa di cui la mente si era preoccupata era avviare il programma di registrazione in tempo. Ho lasciato scorrere tutte le influenze che hanno poi portato la chitarra a legarsi al concetto. Il castello? Perché su questo carillon sono disegnati vecchie fortezze e palazzi dell’epoca barocca e siccome sono molto legato al mio paesello, Gradara nelle Marche, l’immagine in questo viaggio fiabesco mi ispirava. Un connubio tra dolcezza e sfrontatezza”.

Luca Arduini
  • Nuove Tradizioni

“Quante volte mi sono domandato… “dov’è la musica?” Ogni volta che mi capita una esperienza nuova me lo chiedo. È una delle cose che ha cambiato la mia vita e, potrà essere cervellotico, ma tornare a casa sapendo di averla ritrovata davvero in una sessione in studio, in un live, in una jam con gli amici, in anche solo una lezione ecc… mi fa sentire appagato e fortunato di poterla condividere. E allora la tradizione dov’è? La tradizione sta nel portare avanti un linguaggio dove un musicista non si esprime attraverso essa per prendere “stream” o fama, parlo di tutt’altri motivi.

Nuove tradizioni è un ossimoro, una domanda (quella citata prima) che a mio avviso dovrebbe essere sempre nella testa di un musicista e che bisogna tramandare. Pensare che tutto il mercato discografico si muova esclusivamente con questo ideale è ovviamente una utopia, ma è anche vero che ultimamente non è presa tantissimo in considerazione… Il brano ha tantissimi riferimenti dal passato ispirandosi a grandi musicisti, correnti musicali dove la musica aveva un significato forte per chi la componeva. Con questo brano vorrei divertirmi e far divertire, cercare di iniziare a “tramandare”.

  • La pioggia di Honfleur

La nascita di questo brano è dovuta a un ricordo importante, a un pomeriggio d’estate in una piccola cittadina francese della Normandia di nome Honfleur. In quella occasione io e Eleonora, la mia ragazza, avevamo delle date in un locale italiano e abbiamo trascorso un periodo lassù suonando e visitando posti incredibili, uno su tutti, questa piccola cittadina portuale.

Ricordo la sensazione di tranquillità, spensieratezza e la curiosità di esplorare questo piccolo borgo di pescatori variopinto da colori pastello. La pioggia che cadeva sull’ombrello eguagliava il rumore delle onde che accarezzavano le barche ormeggiate. Poteva sembrare che quella pioggia fine rovinasse il paesaggio, ma in realtà le dava quell’aspetto più accogliente, tanto da non avere nemmeno il bisogno di chiudersi da qualche parte. Bastava stare sotto l’ombrello, camminare allo stesso passo e vivere quell’attimo di amore e serenità.

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