È uscito nel mese di aprile “Myricae”, il nuovo lavoro discografico del chitarrista e compositore Luca Falomi. Un album che segna un punto di svolta nella carriera dell’artista genovese, con una proposta musicale intensa, intima e libera da ogni etichetta di genere

Luca Falomi, già noto per la sua versatilità e per le influenze che spaziano dal jazz alla world music fino alla musica contemporanea, propone in “Myricae” nove brani strumentali inediti, frutto di un lungo lavoro di scrittura e selezione maturato negli ultimi cinque anni. Al centro di tutto c’è la chitarra, presentata in tutte le sue forme, classica, acustica, elettrica, baritona e a 12 corde, ed esplorata in profondità. Il disco è stato composto e prodotto da Luca Falomi e Stefano Della Casa, registrato e masterizzato da Stefano Amerio presso gli Artesuono Recording Studios di Cavalicco (UD). Tra i musicisti coinvolti figurano Giovanni Ceccarelli (Fender Rhodes), Marco Fadda (percussioni) e Giulia Beatini (voci), oltre allo stesso Falomi che ha suonato tutti gli strumenti a corda presenti nel disco.

Partendo dal titolo ci viene offerta già una chiave d’accesso per l’interpretazione complessiva dell’opera: il titolo è infatti inevitabilmente pascoliano (Myricae è la raccolta di poesie che Giovanni Pascoli pubblicò nel 1891), ma anche virgiliano (il poeta trasse il titolo da un verso della IV Bucolica di Virgilio: “Non a tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici”). E se di umili tamerici, simbolo di un’arte poetica semplice e intima, vuole deliziarci la chitarra di Falomi, noi possiamo ascoltare con piacere.

Luca Falomi

L’album si apre con Sciarada, brano che funge da introduzione all’opera e da presentazione del Falomi acustico ed elettrico (il brano contiene una cellula melodica che sarà poi ripresa nel penultimo brano, Enigma). Myricae diventa più narrativo con i brani successivi, più discorsivi e maggiormente articolati. La vena poetica del compositore si lascia andare con Les amours imaginaires, atmosferico e introspettivo, è un brano che ricorda certa musica francese fin de siècle. Peace song con Giovanni Ceccarelli (al pianoforte elettrico Fender Rhodes) e Marco Fadda (percussioni) è di tutt’altro umore, il sound è più sereno e rilassato, l’accompagnamento contribuisce a introdurci in un ambiente sonoro etereo, quasi da jam anni ’60. Il tono sognante si mantiene anche nell’altre collaborazioni dell’album, quella con Giulia Beatini (al canto) nel brano Stefano e Irene e quella con Fadda nel brano Ishtar.

Luca Falomi è uno dei chitarristi più interessanti del panorama italiano. Nelle liner notes del disco, Paolo Fresu descrive Myricae come “il boato del silenzio”, capace di “fendere il silenzio che esplode in mille schegge” grazie a una creatività che si esprime in ascolto e dialogo con gli altri musicisti. Un’arte essenziale, che si spoglia del superfluo per arrivare dritta al cuore. Con Myricae, Luca Falomi non solo consolida la propria maturità artistica, ma firma un’opera autentica e personale, in cui la musica si fa poesia e memoria, ricerca e libertà.

Giovanni Baleani