La grafica della copertina dal gusto old fashioned introduce il progetto, ma è soprattutto il titolo, Encounters, a fare da chiave di lettura: questo lavoro è, prima di tutto, un incontro tra due visioni artistiche distinte, ma profondamente compatibili

Rubino e Genovesi non cercano un compromesso forzato tra le loro sensibilità; al contrario, mantengono ciascuno la propria identità, scegliendo di proporre brani originali individuali, affidandosi poi all’interpretazione e alla complicità dell’ensemble per trovare una voce comune. E così Rubino firma Nevrotica, Encounters, Infant e Bataclan e Genovesi contraccambia con Possibilità, Ornette e Smell of spring. I brani di Rubino spingono maggiormente verso un ambito sperimentale, mentre quelli di Genovesi sono più orientati verso un ambito che rievoca l’epoca d’oro del Jazz. L’ensemble è comunque in grado di dare ai brani uno sound unitario e l’album risulta essere un’opera coesa e musicalmente interessante.

In generale i brani di Rubino sono caratterizzati da ritmi più aggressivi e il gruppo sembra divertirsi sul ritmo concitato di Encounters, forse il brano più rappresentativo del loro stile, dominato da un ritmo da garage-jazz e da un inseguimento sbrigliato degli altri strumenti. Nevrotica ci mette qualche minuto a ingranare, ma dopo una prima fase disarticolata parte un groove interessante che sostiene il dialogo tra i vari strumenti. Bataclan, dedicata al leggendario teatro parigino, è anche meglio: Cristofaro, Rubino e Genovesi si sbizzarriscono in un’atmosfera dilatata con lunghi fraseggi ai rispettivi strumenti. Più che dialoghi sono monologhi melodici, ma è un piacere ascoltarli.

I brani di Genovesi sembrano essere più nostalgici, a partire dai titoli dei brani che riecheggiano titoli d’altri tempi (Possibilità, Smell of spring) o più esplicitamente omaggia uno dei giganti della storia della musica Jazz, una delle figure più influenti del genere: il Coleman che si cela dietro al brano Ornette. I primi due brani sono caratterizzati da melodie eleganti e piacevoli, più spigoloso il terzo. Dei tre brani Smell of spring spicca per raffinatezza è un banco di prova tecnico per l’intero gruppo, ma soprattutto un nuovo, riuscito incontro tra le loro diverse personalità musicali.

Encounters è, nel complesso, un album denso, ricco di idee, che dimostra come la diversità possa essere un punto di forza se messa al servizio del dialogo. Non è un disco da sottofondo: è musica che chiede di essere ascoltata con attenzione, che si rivela poco a poco, che lascia spazio all’imprevisto ma si regge su una solida intesa tra musicisti consapevoli.

Giovanni Baleani